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Trento, 30 novembre 2013
«PREVALSA UNA LOGICA SPARTITORIA»
Boato concorda: «Abbiamo il dovere morale di rivedere l’assetto della Regione»
intervista a Marco Boato del Corriere del Trentino di sabato 30 novembre 2013

«Abbiamo l’obbligo politico, istituzionale e aggiungerei anche morale di elaborare una proposta sul futuro assetto della Regione». Marco Boato non ha dubbi e condivide con Palermo la necessità di istituire «un organo istruttorio», la Convenzione, che permetta a Trento e Bolzano di arrivare preparate «alla prossima legislatura nazionale». Nell’immediato, vede due ostacoli: «La difficoltà data dall’assetto istituzionale di Bolzano» e «il deficit di riflessione di Trento, che ha pensato alla Regione solo in termini spartitori, usandola come camera di compensazione per chi non aveva ricevuto un incarico in Provincia».

Giovedì abbiamo assistito a una partenza piuttosto claudicante della legislatura regionale. Perché secondo lei?
«Uno dei motivi è la diversità dei due sistemi elettorali. Mentre a Trento, all’indomani del voto, si conoscono maggioranza e opposizione, a Bolzano si dovrà attendere almeno dicembre. Questo perché l’Alto Adige, caso unico in Italia, non ha voluto adottare l’elezione diretta del presidente. Mi auguro che la Svp voglia rivedere questa decisione e penso che il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta dei consiglieri la possa aiutare in questo senso. Difficilmente la riconquisterà in futuro».

In attesa di Bolzano, la Regione è di fatto paralizzata.
«Esatto. L’obiezione di Borga, poco fondata su un piano sostanziale, non lo è su un piano formale: ad oggi una maggioranza e un’opposizione non si sono costituite. Tuttavia, trattandosi di istituzioni, il piano formale è importante».

La Svp ha proposto di partire da subito con la staffetta degli uffici di presidenza. I democratici trentini hanno risposto dicendo che non erano stati avvisati.
«La proposta era stata elaborata dal Pd. Non solo, la maggioranza trentina, che è definita da oltre un mese, avrebbe potuto prepararsi per tempo alla prima riunione e avanzare per prima una proposta. Mi convince poco anche l’argomento del mancato avviso, visto che la Svp ha ribadito più volte questa sua intenzione. Meno ancora mi convince l’idea che fare solo la staffetta tra i due uffici consiliari sarebbe un depauperamento dell’ente Regione, semmai ne dimezzerebbe i costi. Non mi pare che la staffetta tra i presidenti sia stata un impoverimento».

Cos’è successo allora?
«Non penso d’essere né un ingenuo, né un moralista, ma è successo che l’unica preoccupazione che la maggioranza ha avuto nella riunione di martedì 19 è stata quella di spartirsi i posti. Moltrer era risultato il secondo  degli eletti del Patt e non gli era stato trovato un incarico in Provincia. Si è allora guardato alla Regione come a una camera di compensazione. Anche l’idea di attribuire per cinque anni l’assessorato regionale al ladino trentino Detomas, che stimo e di cui sono amico, è un errore: tutti snano che i due terzi dei ladini risiedono in Alto Adige».

I Verdi non hanno detto la loro in maggioranza?
«Non ce ne è stata data la possibilità, nonostante Rossi abbia ripetuto innumerevoli volte, prima del voto, che sarebbe stato il garante di tutta la maggioranza. Dopo il voto, le tre forze che non hanno avuto eletti non sono mai state convocate. Non dico agli incontri tra eletti, il che sarebbe incontestabile, ma a quelli con i segretari politici. Evidentemente, non avendo noi posti da rivendicare, è stato giudicato inutile convocarci».

E ora?
«Ora direi che, prima della costituzione della giunta regionale, sarebbe utile convocare tutta la maggioranza e discutere di come avviare una fase istruttoria che ci porti alla scrittura del terzo Statuto di autonomia».

Fu lei, a febbraio, a prevedere che questa non sarebbe stata una legislatura costituente. La prossima lo sarà?
«Difficile dirlo. Di certo Renzi, quando ha potuto parlare liberamente, ha detto che lui le autonomie speciali le abolirebbe. Non parliamo del centrodestra, o di Grillo. Questo non significa che noi si possa lasciare la Regione in balia di un degrado complessivo ormai evidente. Sarebbe un pericolo soprattutto per i trentini».

 

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